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Giovanni Giacomo Sementi (1580 - 1640)
Lucrezia romana
olio su tela
115 x 97 cm
"Lampante, in questa tela, la desunzione da modelli di Guido Reni, protagonista di spicco della pittura emiliana ed italiana della prima metà del XVII secolo; non una ispirazione pedissequa, però, ma quel tipo di personale rielaborazione di idee e spunti sentimentali che solo una quotidiana ed assidua frequentazione di lavoro con il grande artista poteva consentire: talmente intensa ed espressiva da far quasi ipotizzare un intervento diretto dello stesso maestro. L'autore dell'opera in questione andrà dunque ricercato fra le prime esperienze nell'equipe di lavoro del caposcuola bolognese, nonché fra quelli di più alte capacità artistiche; [...] è con Giovanni Giacomo Sementi che la Lucrezia in oggetto, con la sua pungente e quasi dolorosa pienezza sentimentale, mostra stringenti e diffuse affinità artistiche e culturali".
Il soggetto del dipinto è tratto dal celebre e tragico episodio dell'antica storia di Roma, narrato da Tito Livio nel I libro del suo Ab Urbe condita, in cui è raffigurata Lucrezia nell'atto di trafiggersi, con un pugnale acuminato, che nascondeva sotto la veste. La donna, ricordata come una delle figure più significative dell'antica Roma, commette il suicidio a seguito della violenza subita da Sesto - figlio dell'ultimo re di Roma, anche per questo destituito e cacciato dalla città, segnando la fine della monarchia e la nascita della Repubblica.
"La Lucrezia in questione è comparabile con un'opera con lo stesso soggetto, autografo di Sementi, conservato al Museo di Besancon; entrambe le opere sono collocabili nel momento di più forte vicinanza del nostro artista allo stile del Reni. Sembrerebbero infatti testimoniarlo gli evidenti ossequi alla fortunata invenzione del maestro, a figura intera, databile intorno al 1625, oggi al museo di Postdam."
Presentata entro cornice coeva.
L'opera è corredata dall'expertise del Professor Massimo Pirondini.
Il soggetto del dipinto è tratto dal celebre e tragico episodio dell'antica storia di Roma, narrato da Tito Livio nel I libro del suo Ab Urbe condita, in cui è raffigurata Lucrezia nell'atto di trafiggersi, con un pugnale acuminato, che nascondeva sotto la veste. La donna, ricordata come una delle figure più significative dell'antica Roma, commette il suicidio a seguito della violenza subita da Sesto - figlio dell'ultimo re di Roma, anche per questo destituito e cacciato dalla città, segnando la fine della monarchia e la nascita della Repubblica.
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